Gli stati emotivi
e la loro influenza
sulla postura
La connessione tra la mente e il corpo è un tema centrale della ricerca psicologica e varie ricerche scientifiche hanno dimostrato come le emozioni influenzino la postura.
Le emozioni sono molto più che esperienze mentali e si manifestano attraverso il corpo influenzando il modo in cui ci muoviamo, come camminiamo, come stiamo seduti, la velocità dei movimenti e le espressioni facciali.
Vediamo in dettaglio come alcuni stati emotivi influenzano la nostra postura e i nostri movimenti:
ANSIA, PAURA E STRESS
Ansia, paura e stress sono stati emotivi di origine diversa ma condividono alcune manifestazioni fisiche. L'ansia è la risposta emotiva di fronte ad un pericolo percepito, la paura è la risposta ad un pericolo reale, lo stress è la risposta pricofisica dell'organismo a situazioni esterne.
Gli atteggiamenti tipici che tendiamo ad assumere in caso di ansia e stress, sono:
- spalle ricurve e contratte: le spalle si incurvano in avanti e allo stesso tempo tendono ad alzarsi. La chiusura è la manifestazione del bisogno proteggersi. Del resto è istintivo chiudersi, ripararsi la testa con le spalle e volgere la schiena al pericolo quando si prende paura perchè è la posizione più sicura per riparare gli organi vitali
- tensione muscolare: quando siamo in allerta per motivi interni o esterni, si sviluppa un aumento della tensione muscolare, come se il corpo dovesse essere sempre pronto a reagire. Questo stato di attivazione è alla base della tensione muscolare che si manifesta prevalentemente al collo e alle spalle, provocando rigidità e dolore nei distretti muscolari interessati, e talvolta cefalea tensiva
- postura con il peso in avanti: lo stress e l'ansia, a causa della posutra di chiusura, possono farci assumere una posizione in cui il peso del corpo si sposta un pò in avanti rispetto alla naturale posizione. Questo comporta lo spostamento in avanti del nostro baricentro costringendo tutta la muscolatura, soprattutto quella posteriore (collo e schiena) a fare un maggiore sforzo per mantenere la posizione eretta
- difficoltà a stare fermi: ansia e stress si manifestano anche attraverso agitazione delle mani, il non riuscire a stare seduti, giocherellare nervosamente con gli oggetti. In caso di paura, la reazione tipica è la la fuga o, se non è possibile fuggire, ci si immobilizza
TRISTEZZA E DEPRESSIONE
In caso di tristezza e vissuti depressivi si avverte qualcosa di emotivamente molto pesante da portare. La postura riflette tale peso, ecco come è la tipica modalità posturale:
- postura abbatutta: quando siamo tristi e depressi tendiamo a lasciarci andare e a diventare passivi. Di conseguenza, le spalle sono cadenti, la testa è china in avanti, lo sguardo è rivolto verso il basso
- lentezza nei movimenti: i movimenti diventano lenti e meno ampi, muoversi è faticoso, il passo è appesantito
Il corpo esprime la perdita di vitalità e di energia, della spinta positiva attivatrice, tutto diventa difficile perchè vengono a mancare la motivazione e l'interesse di fare le cose, anche quelle piacevoli.
GIOIA
La postura è influenzata anche dagli stati affettivi positivi. In particolare, quando proviamo gioia, avremo:
- postura aperta: le spalle sono aperte e rilassate, la schiena è dritta.
- movimenti: i movimenti sono energici, ampi e fluidi, non sono troppo veloci come quando siamo ansiosi ma neanche troppo lenti come quando siamo trisiti. Il cammino è sicuro e deciso
La postura in questo caso esprime apertura verso l'esterno, sicurezza in se stessi, coerenza tra il gesto e il sentire interno. Trasmette benessere.
Implicazioni per la salute
Comprendere la relazione tra stati emotivi e postura è importante perchè tale relazione può avere implicazioni significative per la nostra salute psicofisica.
In caso di ansia, stress o stati depressivi, le problematiche più frequenti sono rappresentate da:
- dolori muscoloscheletrici al collo e alle spalle
- diaframma contratto: il diaframma è il principale muscolo della respirazione. Se questo muscolo è contratto, la respirazione diventa superficiale e meno efficace perchè siamo costretti a respirare con la parte alta della gabbia toracica. Questo significa utilizzare, al posto del diaframma, i muscoli accessori della respirazione (intercostali), che in realtà dovrebbero essere attivati per ultimi, quando il corpo ha davvero maggior bisogno di ossigeno. Il risultato è che ci affatichiamo prima
- atteggiamento in flessione delle anche: altri muscoli che possono essere interessati da una postura chiusa o passiva, sono quelli del bacino, perchè tale postura facilita l'atteggiamento in flessione delle anche. La conseguenza è un sovraccarico di lavoro per la colonna vertebrale a livello lombare, il che può portare a contratture dolorose e ad atteggiamenti antalgici
- problemi digestivi: il diaframma contratto e la postura chiusa possono rendere la digestione più difficile perchè non consentono un adeguata mobilità a livello viscerale
Diventare consapevoli di come le emozioni influenzino la nostra postura è un passo importante per migliorare il benessere generale e per riconoscere i segnali del corpo che ci stanno indicando uno stato di sofferenza emotiva. In tal modo è possibile intervenire con tecniche di rilassamento o cambiamenti comportamentali per promuovere un migliore stato emotivo e un migliore equilibrio psicofisico.