Esci di casa e cerca i colori
Una ricerca di autenticità
La frase "Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori" è la frase conclusiva della poesia Agonia di Cesare Pavese. Questa frase può essere interpretata come un sottile invito alla vita. Infatti, anche se Agonia è permeata da una sensazione di disperazione, anche se descrive una condizione di vita svuotata di senso che impedisce di vivere in modo profondo, nella parte finale sembra suggerire che, nonostante tutto si possa scegliere: si può restare in questo stato di agonia mentale oppure decidere di uscirne.
Nel nostro tempo, rischiamo tutti i giorni di cadere in una esistenza vuota, dedicata a cercare di riempire il tempo con una quotidianità superficiale, gesti meccanici e abitudini troppo ripetitive, finchè questo grigiore diventa un rifugio.
Esci di casa e cerca i colori...
E' difficile uscire dal proprio rifugio, ci vuole forza per cambiare la propria condizione, perchè sembra più sicuro tenere stretta una coperta logora, che non scalda quasi più, piuttosto che rischiare di cambiare. Ma a lungo andare ci si sbiadisce e ci si svuota.
La frase "esci di casa e cerca i colori" è un invito a riscoprire la bellezza che esiste oltre i confini del nostro mondo interiore, a lasciare la sicurezza del proprio triste rifugio per trovare il senso delle cose che riempiono davvero.
La vita piena di vuoto
Spesso la vita ci sembra troppo piena, mentre in realtà è vuota: è piena di abitudini rigide, distrazioni inutili, doveri quotidiani che ci danno l'illusione di avere un'esistenza ricca ma si tratta solo di cornici squallide prive di contenuto.
Forse tutto questo serve a non incontrare le proprie paure e insoddisfazioni ma non va bene perchè il grigiore che ne deriva può diventare una sorta di anestetico: protegge dalla sofferenza e dall'incertezza, ma allo stesso tempo priva di tutto ciò che è vivo e autentico. Tutto diventa un accontentarsi di una monotonia che non dà una vera soddisfazione, è un accontentarsi di qualcosa che "sembra" ma non "è".
Per nutrire veramente il proprio nucleo interiore bisogna uscire dal rifugio e cercare i colori che la vita offre: le emozioni, le esperienze, le relazioni che toccano nel profondo e che danno valore ad ogni giorno.
Solo in questo modo sarà possibile vivere in modo autentico, accogliendo le cose belle, e accettando quelle meno belle come parti integranti dell'esistenza.
Una vita che sembra piena ma è vuota è come un contenitore senza sostanza: esternamente appare solido, ma dentro manca ciò che è essenziale. Se non nutriamo il nostro nucleo più profondo, rischiamo di vivere un'esistenza superficiale, fatta di apparenze e di riempitivi che non ci soddisfano davvero. Il vero pericolo è abituarsi a questo vuoto, e dimenticare che ci sono colori da cercare e sensazioni da vivere.
Uscire di casa e cercare i colori è una spinta all'attivazione e serve a cercare le cose che possano veramente farci sentire appagati. Richiede energia, la forza di rischiare qualcosa per non restare intrappolati tra i colori cupi. Significa vivere con intenzione e avere il coraggio di agire per andare oltre, per trovare nuovi significati alla propria esistenza, superando il mondo dell'apparenza.
Ritrovare i colori: come si fa?
Cercare i colori significa:
- Sperimentare esperienze nuove: ogni esperienza, dalla più piccola alla più grande, può dare un arricchimento alla persona. Che sia una passeggiatina in un posto nuovo, un'attività creativa o un nuovo taglio di capelli. Ogni cosa, vissuta con maggior consapevolezza e curiosità, ci permette di sperimentare noi stessi in modo sempre diverso, di crescere e di imparare
- Accogliere le emozioni, anche quelle difficili: i colori non sono solo quelli vivaci e gioiosi; ci sono anche i toni più cupi, le sfumature di tristezza, rabbia, insicurezza e paura. Riconoscere e accogliere anche le emozioni più sgradevoli è importante per comprendere meglio se stessi e gli altri
- Coltivare relazioni autentiche: uscire dall'isolamento emotivo e cercare il contatto con gli altri può essere molto faticoso, soprattutto se alcune relazioni sono state fonte di sofferenza. Inoltre, servono tempo, impegno e fatica per costruire una relazione autentica, ma sono le relazioni più profonde che ci permettono di confrontarci veramente e di condividere le esperienze
- Ritrovare la bellezza nel quotidiano: "quotidiano" non significa routine senza pensiero e senza senso, significa ritrovare il piacere delle piccole cose, nel momento presente
E se questo non basta?
A volte, anche se si è consapevoli della necessità di uscire dalla propria routine può sembrare estremamente difficile metterlo in pratica. Questo può dipendere da vari fattori: mancanza di energia, blocchi interiori o persino la paura del cambiamento. In queste situazioni, è importante prendersi un momento per riflettere e cercare di comprendere il motivo per cui ci sentiamo bloccati.
La difficoltà ad agire non è un segno di debolezza, ma un invito ad ascoltare più a fondo noi stessi. Ci si può chiedere: "Cosa mi impedisce di fare quel passo? Ci sono paure o pensieri che mi trattengono?" Accogliere queste riflessioni senza giudicarsi, ma cercando di capire cosa può esserci alla base di questo blocco.
Se dopo un'attenta riflessione le difficoltà persistono, potrebbe essere utile considerare il supporto di una persona fidata, un amico o un professionista. A volte, un aiuto esterno può offrire una nuova prospettiva o aiutare a trovare la motivazione che da soli può essere difficile da recuperare.
L'invito è a non rimanere soli in questo percorso: cercare aiuto non significa arrendersi, ma prendersi cura di sé, riconoscendo che uscire dal grigiore richiede a volte più di un semplice sforzo. È un atto di coraggio e amore verso noi stessi.
Lo scritto presentato sopra non vuole essere una interpretazione della poesia, che ha significati ben più ampi e profondi, ma per completezza, di seguito viene riportato il testo della poesia:
Agonia
di Cesare Pavese
(dalla raccolta Lavorare stanca, 1936)
Girerò per le strade finché non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo
accompagna il mattino.
Son lontani i mattini che avevo vent'anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni sasso e le strisce di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo-una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni
ora è come quel pianto non fosse mai stato.
E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore-perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d'esser io: gettando un'occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.